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Depressione: definizione, cause e sintomi

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La salute mentale è, da sempre, molto sottovalutata. Molte malattie mentali e psicologiche, nonostante compromettano seriamente l’andamento della vita quotidiana dei soggetti colpiti, ancora oggi non sempre vengono riconosciute come invalidanti, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto scolastico e lavorativo.

L’ultima indagine europea sulla salute (EHIS), che faceva riferimento ai dati pre-pandemia da Covid-19, sembrava abbastanza rassicurante: fino al 2019, in Italia, la percentuale di persone colpite da disturbi depressivi era più bassa della media europea (il 4,2% contro il 7%).

Eppure, a seguito del disastro pandemico la situazione è decisamente cambiata, soprattutto per quanto riguarda le fasce di età più giovani: secondo un’analisi pubblicata recentemente su JAMA Pediatrics, compiuta su oltre 80mila adolescenti, 1 soggetto su 4 (in Italia e nel mondo) manifesta chiari sintomi di depressione e 1 su 5 soffre di un disturbo d’ansia.

Un altro studio condotto dai docenti dell’Università del Queensland, in Australia, ha evidenziato come la depressione e i disturbi d’ansia siano nettamente aumentati in tutto il mondo, soprattutto nelle donne e nei giovanissimi, registrando 76 milioni di casi in più di disturbi d’ansia e 53 milioni in più di casi di depressione maggiore.

La depressione è una patologia e come tale deve essere trattata, tenendo in considerazione le caratteristiche specifiche del paziente e le sue necessità. Per farlo, però, è necessario parlarne, far comprendere in cosa consista questa malattia e sottolineare che, con le terapie adeguate, è possibile guarire.

Cos’è la depressione

La depressione è una patologia psichiatrica molto diffusa che può interessare sia uomini che donne e tanto gli adulti quanto i bambini. Nonostante si pensi che i sintomi siano strettamente correlati alla sfera emotiva, in realtà la malattia influenza anche il corpo e si manifesta con chiari disturbi fisici.

Sentirsi tristi o di malumore non è, ovviamente, sinonimo di depressione, ma di un calo passeggero dell’umore. Si parla di depressione clinica o maggiore quando i sintomi si prolungano nel tempo e hanno bisogno di interventi specifici per essere risolti.

Sintomi fisici e mentali della depressione

Proprio per la concomitanza di disturbi legati non solo all’umore ma anche alla sfera fisica, diagnosticare uno stato di depressione può richiedere tempo e l’esecuzione di più esami clinici. In generale, i sintomi che spingono a pensare alla depressione sono i seguenti:

  • umore depresso per quasi l’intera giornata e per quasi tutti i giorni;
  • riduzione di interesse verso tutte o quasi tutte le attività che prima davano piacere e gioia;
  • aumento o diminuzione significativa dell’appetito e, di conseguenza, del peso corporeo senza evidente motivo;
  • disturbi del sonno, dall’insonnia all’ipersonnia;
  • affaticamento o mancanza di energie;
  • pensieri ricorrenti di morte o suicidio;
  • sentirsi negativi e inutili, tanto da arrivare a odiarsi.

La peculiarità dei sintomi della depressione risiede nella loro pervasività: sono presenti quasi tutto il giorno e tutti i giorni per almeno 2 settimane consecutive, causando ovvi disagi alla persona e compromettendo la normale routine sociale, scolastica e lavorativa. Non a caso, infatti, il depresso prima o poi cerca l’isolamento, nonostante sia sofferto, perché appare come unica e inevitabile soluzione.

A volte, lo stato depressivo può essere associato ad altri disturbi sia medici, che psicologici (ad esempio l’ansia): 25 persone su 100 che soffrono di un disturbo organico come diabete, HIV, cardiopatia, invalidità corporea e malattie terminali, infatti, tendono ad ammalarsi anche di depressione.

Le cause della depressione

Come nel caso di altri disturbi psichiatrici, non esistono cause specifiche e universali all’origine della depressione. Generalmente, gli specialisti si affidano a modelli di natura bio-psico-sociale, tenendo in considerazione diversi fattori quali ambiente sociale, ereditarietà, relazioni affettive, lutti familiari e così via.

In linea di massima, esistono due cause scatenanti principali:

  • fattori biologici: alcuni soggetti sono geneticamente predisposti verso la malattia;
  • fattori psicologici: alcune esperienze vissute dal soggetto lo rendono vulnerabile alla malattia.

I due fattori possono interagire tra loro e non per forza devono causare il disturbo; a volte, infatti, l’origine può risiedere in un evento negativo (un lutto, la fine di una relazione, il licenziamento), in un evento positivo vissuto, però, in modo negativo (la nascita di un figlio che può togliere la libertà, o la laurea che costringe a diventare adulti) o nella mancata realizzazione di eventi positivi sperati (una promozione mai arrivata).

Altri disturbi depressivi

Oltre alla depressione maggiore finora illustrata, esistono altre forme di disturbi depressivi che possono essere diagnosticati. Ecco i principali:

Disturbo depressivo persistente (distimia)

Il disturbo depressivo persistente o distimia è la forma di depressione più cronica, che prevede un’alterazione dell’umore per almeno 2 anni e che si manifesta con sintomi molto simili del disturbo depressivo maggiore.

Disturbo disforico premestruale

Il disturbo disforico premestruale è una forma di depressione specifica che può manifestarsi subito dopo l’ovulazione e termina a mestruazione avvenuta, incidendo significativamente sul suo corretto funzionamento. Il soggetto appare irritabile e ansioso e, di conseguenza, non riesce a concentrarsi e a essere performante sul lavoro, così nelle relazioni sociali.

Depressione da farmaci e sostanze o da altra condizione medica

La depressione da farmaci o da altra condizione medica, invece, è caratterizzata da manifestazioni simil-depressivi che si associano all’abuso di sostanze o farmaci soprattutto in presenza di altre patologie.

Inoltre, si possono diagnosticare anche disturbi depressivi con altra specificazione e disturbi depressivi senza specificazione.

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