
Tra i vari esami di routine a cui ci si sottopone con sempre maggiore frequenza riguarda anche il controllo dell’udito, al quale solitamente si giunge in presenza di disturbi e/o fastidi. Con il passare del tempo, infatti, anche l’udito perde fisiologicamente sensibilità e, a prescindere dall’età o dalla presenza di sintomi, è sempre raccomandato effettuare un controllo per prevenire conseguenze più gravi.
Presso il Poliambulatorio Jesolo Medical Care i nostri otorinolaringoiatri e audioprotesisti sono a disposizione per individuare e risolvere, se possibile, problematiche legate anche al sistema uditivo; queste ultime, infatti, possono rivelarsi estremamente invalidanti, perché condizionano le attività lavorative e le relazioni sociali negli adulti, mentre nei bambini influiscono sia sul linguaggio, sia sulle capacità cognitive.
Il test più indicato in questi casi è l’esame audiometrico, eseguito da audioprotesisti (cioè tecnici specializzati) con l’obiettivo di individuare eventuali problemi di udito e porre rimedio il prima possibile.
Quali sono i principali disturbi uditivi?
Bisogna, innanzitutto, compiere una differenza tra sordità e compromissione dell’udito: la prima indica la perdita totale dell’udito, mentre la seconda comporta una perdita parziale. Successivamente, è possibile individuare i principali disturbi dell’udito, che sono numerosi e si differenziano per tipologia, origine e intensità.
I deficit in questione, definiti anche ipoacusie, si suddividono in:
- ipoacusia di trasmissione, causata da malformazioni, traumi e processi infiammatori a carico dell’apparato incaricato di trasmettere i suoni nell’orecchio medio ed esterno. Si tratta di una patologia che può essere trattata dal punto di vista medico e chirurgico, come nel caso dell’otite;
- ipoacusia neurosensoriale, provocata da problemi inerenti l’orecchio interno o il nervo acustico che riducono la percezione di alcune frequenze e distorcono alcuni suoni. Solitamente, consiste in una patologia permanente che necessita di riabilitazione.
A sua volta, ogni tipologia di ipoacusia può essere classificata anche in base alla sua intensità:
- ipoacusia leggera, quando il paziente è in grado di sentire e ripetere le parole con tono di voce normale alla distanza di 1 metro;
- ipoacusia moderata, quando il paziente riesce a sentire e ripetere le parole con tono di voce elevato alla distanza di 1 metro;
- ipoacusia severa, quando il paziente riesce a sentire le parole solo se urlate nell’orecchio;
- ipoacusia grave, quando il paziente non è in grado di percepire alcuna parola.
A eccezione dell’ipoacusia leggera, le altre sono considerate invalidanti; pertanto, necessitano di un approccio tanto medico, quanto sociale per consentire al paziente di mantenere una buona qualità della vita.
Cos’è l’esame audiometrico?
Per stabilire se si soffre di ipoacusia e definirne, in caso, il livello di intensità bisogna sottoporsi all’esame audiometrico. Si tratta di un test di primo livello che permette, appunto, di misurare la funzionalità e la sensibilità uditiva dell’orecchio. Proprio per questo, è fortemente indicato (nonché prescritto direttamente dal medico) in occasione di una visita otorinolaringoiatrica se si sospettano disturbi dell’udito.
Durante lo svolgimento dell’esame audiometrico, lo specialista può ricorrere a:
- metodi obiettivi, da eseguire anche senza la collaborazione del paziente;
- metodi soggettivi, che richiedono invece la collaborazione attiva o semi-attiva del paziente.
Tra i metodi soggettivi rientrano l’audiometria tonale e l’audiometria vocale, mentre tra i metodi obiettivi è compresa l’audiometria obiettiva.
Audiometria tonale
L’audiometria tonale permette di misurare la soglia uditiva per via aerea e ossea attraverso l’ascolto di suoni in cuffia da parte del paziente. Nello specifico, il suono corrisponde a un tono puro, cioè un’onda acustica a forma di sinusoide regolare che non esiste in natura.
L’onda viene emessa dall’audiometro posto, insieme al paziente, all’interno della cabina audiometrica o, comunque, in un ambiente ben insonorizzato. I suoni tonali si possono inviare:
- in campo libero attraverso altoparlanti, opzione scelta in presenza dei bambini piccoli;
- tramite una cuffia audio, il che permette di valutare separatamente la risposta delle due orecchie;
- utilizzando la via ossea, quindi tramite un traduttore vibratorio posizionato sull’osso mastoideo dietro l’orecchio.
A livello diagnostico, le risposte ottenute per via aerea e per via ossea sono differenti: le prime indicano il livello di funzionalità dell’orecchio nella sua totalità, mentre le seconde forniscono informazioni sullo stato funzionale della riserva cocleare, cioè dell’orecchio interno.
I risultati ottenuti dall’esame audiometrico tonale vengono riportati in appositi grafici chiamati audiogrammi, che mostrano il gap tra i valori normali per ciascuna frequenza e le soglie uditive del paziente.
Audiometria vocale
L’audiometria vocale, a differenza di quella tonale, si basa sulla voce, in particolare sulle parole. L’obiettivo principale dell’esame, infatti, consiste nell’assicurarsi che il paziente sia capace di comprendere e distinguere le parole singolarmente.
In presenza di adulti si utilizzano parole di senso compiuto o senza senso in presenza o meno di un rumore di sottofondo e il paziente deve riscrivere ciò che sente; con i bambini, invece, si utilizzano suoni di vita reale rappresentati da immagini colorate, che il piccolo paziente dovrà indicare non appena avvertito il suono.
Anche l’audiometria tonale si esegue in un ambiente silente e i risultati vengono riportati su un apposito audiogramma.
Audiometria obiettiva
L’audiometria obiettiva permette di ottenere informazioni anche senza la collaborazione attiva del paziente. Si tratta di un esame molto utile per la diagnosi di determinate patologie e, in ogni caso, complementare alle tecniche soggettive prima elencate.
Un esempio è dato dall’impedenzometria, un esame di tipo obiettivo, indicata per lo studio di orecchio medio, funzione tubarica, mobilità degli ossicini.
Quanto dura l’esame audiometrico?
L’esame audiometrico è, solitamente, abbastanza breve: dura circa 30 minuti e, subito dopo, il paziente può tornare alle sue attività quotidiane.
L’esame audiometrico è doloroso?
No, l’esame audiometrico è sicuro, indolore e non invasivo. Al contempo, non comporta controindicazioni, né effetti collaterali, tanto che viene sottoposto anche agli anziani e ai bambini piccoli.