Quando si intraprende un percorso di riabilitazione fisioterapica, è assolutamente normale sottoporsi a diverse e ripetute sedute di fisioterapia, in occasione delle quali si parte sempre dal fare il punto della situazione per poi procedere con la riabilitazione vera e propria.
La frequenza e il numero delle sedute di fisioterapia vengono concordate già nel corso della prima seduta di fisioterapia, in modo che il paziente sia cosciente di cosa dovrà affrontare e lo faccia al meglio delle sue capacità.
Di seguito, ecco in cosa consiste una seduta di fisioterapia, quanto dura e come prepararsi.
Seduta di fisioterapia: il colloquio iniziale
Il colloquio iniziale non è prerogativa solo della prima seduta di fisioterapia, ma di ogni appuntamento di follow up; questo momento, infatti, serve a fisioterapista e paziente per fare un veloce punto della situazione, valutare i progressi, analizzare gli ostacoli per trovare nuove soluzioni e lasciare spazio a dubbi e/o domande. Non solo, perché il fisioterapista si accerta anche del fatto che il paziente stia seguendo alla lettera le indicazioni fornite anche in autonomia, per poi passare alla parte più “attiva” di tutta la seduta.
Seduta di fisioterapia: il trattamento manuale
Dopo un veloce confronto, il fisioterapista procede con il trattamento vero e proprio iniziando con tecniche di terapia manuale. Il paziente, quindi, si accomoda sul lettino e il fisioterapista fa compiere alla zona interessata movimenti specifici con l’obiettivo di ripristinarne la funzionalità, promuoverne la forza e valutare, al contempo, i progressi raggiunti.
Seduta di fisioterapia: il trattamento attivo
A questo punto si passa all’esercizio terapeutico, svolto direttamente dal paziente sotto la supervisione del fisioterapista. A ogni seduta gli esercizi possono essere modificati, aumentati a livello di intensità e difficoltà in modo da rinforzare la zona sottoponendola, seppur gradualmente, a un carico di lavoro maggiore. Al termine, il fisioterapista fornisce indicazioni specifiche al paziente in modo che possa ripetere gli stessi esercizi anche in casa in totale autonomia.
Se la patologia/condizione del paziente lo richiede, il fisioterapista può avvalersi del supporto di terapie strumentali che, sfruttando l’energia termica, meccanica, luminosa ed elettromagnetica, permettono di ottenere un determinato effetto biologico con scopo, ovviamente, terapeutico. In particolare, con le terapie strumentali è possibile:
- alleviare il dolore;
- ridurre il gonfiore intra o extra articolare;
- promuovere la guarigione dei tessuti danneggiati;
- favorire l’attivazione muscolare;
- sciogliere contratture muscolari.
Le terapie strumentali, o fisiche, alle quali i fisioterapisti ricorrono nella maggior parte dei casi per prevenire, trattare o riabilitare disturbi di natura neuro-muscolo-scheletrica sono:
- elettrostimolazione, o elettroterapia;
- onde d’urto;
- tecarterapia;
- termoterapia;
- crioterapia;
- ultrasuonoterapia;
- laserterapia;
- magnetoterapia.
La scelta della specifica terapia strumentale è a carico del fisioterapista e tiene conto della patologia/condizione, delle caratteristiche e della sintomatologia del singolo paziente.
Seduta di fisioterapia: il briefing finale
A fine seduta, il fisioterapista e il paziente discutono su quanto fatto nel corso dell’incontro, facendo il punto della situazione e programmando le linee da seguire successivamente. Ci si focalizza sugli esercizi, sulla loro tipologia e sulla loro frequenza. Prima di salutarsi, fisioterapista e paziente fissano la data dell’incontro successivo.
Quando richiedere una seduta di fisioterapia?
La figura del fisioterapista è fondamentale in diversi ambiti, poiché le sue competenze possono essere estremamente utili nel trattamento di numerose patologie/condizioni anche molto diverse tra loro. In particolare, il fisioterapista può intervenire in presenza sia di patologie croniche, sia di patologie neurodegenerative.
Quando si tratta di patologie croniche, che interessano prevalentemente l’apparato muscolo-scheletrico, il lavoro del fisioterapista è efficace nel trattamento di:
- cervicalgia;
- mal di schiena o lombalgia;
- sciatalgia o lombosciatalgia;
- cervicobrachialgia;
- contusioni, distorsioni o lussazioni;
- ernia del disco;
- fratture ossee;
- lombalgia acuta, meglio conosciuta come colpo di frusta;
- riabilitazione post-intervento chirurgico;
- riabilitazione a seguito di impianto di protesi;
- infiammazioni articolari;
- lesioni tendinee parziali o totali;
- lesioni legamentose;
- difetti di postura;
- scoliosi, iperlordosi, dorso curvo;
- traumi muscolari, come lesioni, strappi o contratture;
- epicondiliti;
- tendiniti;
- artriti;
- artrosi;
- sindrome del tunnel carpale.
In merito, invece, alle patologie di natura neurodegenerativa, il fisioterapista può intervenire in presenza di problemi di mobilità correlati al sistema nervoso; di conseguenza, la riabilitazione fisioterapia si rivela particolarmente efficace per i pazienti che hanno avuto un aneurisma cerebrale o un ictus, o che sono affetti da sclerosi multipla, Morbo di Parkinson, distrofie muscolari o SLA.
Quanto dura una seduta di fisioterapia?
Generalmente, una seduta di fisioterapia dura circa 30-45 minuti. Le tempistiche possono sempre variare, a seconda della patologia/condizione del paziente, dei sintomi riportati e delle sue esigenze specifiche.
Come prepararsi a una seduta di fisioterapia?
La seduta di fisioterapia non richiede alcuna preparazione specifica. Al paziente è consigliato indossare abiti comodi, al fine di agevolare lo svolgimento degli esercizi, e di portare con sé la propria cartella clinica, inclusi i referti di eventuali esami eseguiti precedentemente e la scheda personalizzata consegnata in occasione della prima seduta di fisioterapia.
Gli esercizi svolti e il trattamento non comportano alcun effetto collaterale, quindi il paziente, a fine seduta, può tranquillamente tornare a casa e riprendere la propria routine quotidiana. Lo stesso vale per donne in gravidanza o in fase di allattamento.