Prima seduta di fisioterapia con valutazione iniziale - Jesolo medical Care

Prima seduta di fisioterapia con valutazione iniziale

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Dopo un intervento chirurgico, in occasione di un dolore alla schiena che non passa più o a seguito di un trauma: possono essere numerosi i casi in cui può rivelarsi utile, se non necessaria, una seduta di fisioterapia, che spesso si rivela solo la prima di una lunga serie prevista da un percorso riabilitativo studiato ad hoc sul paziente.

Di certo, la prima seduta di fisioterapia è la più importante, perché si tratta del primo incontro con il fisioterapista che, per poter stabilire il percorso migliore da intraprendere, deve analizzare sia la storia clinica, sia le caratteristiche fisiche del paziente. Infatti, proprio in occasione della prima seduta, il fisioterapista rileva:

  • le cause del dolore;
  • i fattori che alimentano il problema e che impediscono la guarigione;
  • il trattamento più indicato per una corretta guarigione.

Di seguito, ecco in cosa consiste la prima seduta di fisioterapia, quanto dura e come prepararsi.

Prima seduta di fisioterapia: il colloquio

Il colloquio iniziale, o anamnesi, è il momento più importante di tutta la seduta di fisioterapia, poiché le informazioni rilevate determinano l’andamento delle fasi successive. Si tratta di una sorta di chiacchierata tra paziente e fisioterapista, durante la quale il secondo pone delle domande al primo e quest’ultimo può manifestare dubbi e porre quesiti.

In particolare, le domande poste dal fisioterapista al paziente non sono mai casuali, anzi: vengono formulate in modo personalizzato tenendo conto del paziente in sé (età, caratteristiche fisiche) e della zona dove accusa dolore. Solitamente, si indaga sulla storia clinica, su eventuali traumi/interventi chirurgici pregressi, attività fisica e lavorativa svolte, alimentazione e stile di vita, eventuali terapie farmacologiche in corso.

Nonostante possa apparire poco importante, il colloquio iniziale permette al fisioterapista di ottenere una prima diagnosi e di ipotizzare una bozza di percorso riabilitativo almeno nell’80% dei casi, il che non è assolutamente da non sottovalutare.

Fatto questo, si può passare allo step successivo, che prevede l’esame obiettivo.

Prima seduta di fisioterapia: l’esame obiettivo

Terminato il colloquio iniziale, il paziente si accomoda sul lettino in posizione seduta o sdraiata, in modo che il fisioterapista possa toccare con mano la zona dolente e valutare il movimento attivo, passivo e assistito della parte interessata. Ovviamente, i movimenti proposti sono specifici per la zona in esame e commisurati ai sintomi riportati dal paziente.

L’esame obiettivo serve al fisioterapista per confermare o meno la diagnosi ipotizzata nel corso del colloquio iniziale. Unendo le informazioni raccolte in precedenza e i dati rilevati dall’esame obiettivo, è infatti in grado o di dare già determinate indicazioni terapeutiche, o di richiedere ulteriori approfondimenti medici specialistici (come esami di imaging tra risonanza magnetica e raggi x).

Alla fine dell’esame obiettivo, il paziente e il fisioterapista tornano alla scrivania per procedere con la comunicazione della diagnosi.

Prima seduta di fisioterapia: la diagnosi

Il momento in cui il fisioterapista comunica la diagnosi funzionale fisioterapica al paziente, gli spiega il problema e gli illustra le varie opzioni terapeutiche è a dir poco fondamentale, perché per poter guarire è indispensabile che il paziente sia cosciente della sua condizione e di cosa debba fare per rimettersi in forma il prima possibile.

Di conseguenza, il fisioterapista spiega in modo chiaro e semplice il problema in corso, le cause che lo hanno provocato, le terapie più adatte a risolverlo e le tempistiche richieste. Questo è anche il momento delle domande, quindi il paziente può chiedere tutto ciò che desidera, chiarimenti compresi, e manifestare dubbi e/o perplessità.

Terminata anche questa terza fase, si può passare alla pianificazione del trattamento.

Prima seduta di fisioterapia: pianificazione del trattamento

Si arriva, quindi, al momento cruciale della prima visita di fisioterapia: la pianificazione del trattamento migliore per guarire velocemente e, soprattutto, evitando recidive e complicanze. La terapia va sempre condivisa tra fisioterapista e paziente, in modo che vada bene a entrambi, decretando gli obiettivi da raggiungere, i tempi da rispettare e le modalità di svolgimento. Al contempo, si stabilisce anche la frequenza del trattamento, cioè la cadenza delle sedute successive; ogni condizione o patologia, infatti, richiede tempi, modalità e approcci molto diversi tra loro, che devono essere stabiliti fin da subito e con largo anticipo. Inoltre, devono essere ben chiari al paziente affinché possa rispettarli.

Fatto questo, la prima seduta di fisioterapia giunge al termine: paziente e fisioterapista possono salutarsi in previsione dell’incontro successivo.

Quando richiedere la prima seduta di fisioterapia?

L’attività del fisioterapista è molto ampia, quindi la sua figura diventa un vero e proprio punto di riferimento nel trattamento di patologie e condizioni anche molto diverse tra loro. Per questo, è importante distinguere le due macrocategorie di patologie di competenza del fisioterapista: le patologie croniche e le patologie degenerative, che hanno in comune il dolore come primo sintomo caratteristico.

Per quanto riguarda le patologie/condizioni croniche o, comunque, a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, il fisioterapista può essere d’aiuto in presenza di:

  • mal di schiena o lombalgia;
  • sciatalgia o lombosciatalgia;
  • cervicalgia;
  • cervicobrachialgia;
  • colpo di frusta;
  • ernia del disco;
  • lombalgia acuta, il classico colpo della strega;
  • fratture ossee;
  • infiammazioni articolari;
  • lussazioni, contusioni o distorsioni;
  • difetti di postura;
  • scoliosi, iperlordosi, dorso curvo;
  • riabilitazione post-intervento chirurgico;
  • riabilitazione post-impianto di protesi;
  • lesioni parziali o totali dei tendini;
  • lesioni legamentose;
  • traumi muscolari, come lesioni, contratture o strappi muscolari;
  • sindrome del tunnel carpale;
  • tendiniti;
  • epicondiliti;
  • artrosi;
  • artriti.

In merito, invece, alle patologie neurodegenerative, il fisioterapista può seguire tutti quei pazienti che riscontrano problemi di mobilità legati al sistema nervoso, quindi coloro che hanno subìto un ictus o un aneurisma cerebrale, così come i pazienti affetti da sclerosi multipla, SLA, Morbo di Parkinson e distrofie muscolari.

Quanto dura la prima seduta di fisioterapia?

Generalmente, una prima seduta di fisioterapia ha una durata di circa 40-60 minuti. Le tempistiche potrebbero allungarsi in base alla patologia e ai sintomi riportati dal paziente, perché potrebbero necessitare di maggiori accertamenti.

Come prepararsi alla prima seduta di fisioterapia?

La prima seduta di fisioterapia non richiede alcuna preparazione specifica. Il paziente è invitato a indossare abiti comodi, in modo da facilitare la visita, e di portare con sé la sua cartella clinica, completa dei referti di eventuali esami eseguiti in precedenza.

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