Sangue nelle urine: cause, sintomi e cure dell’ematuria

Sangue nelle urine: cause, sintomi e cure dell’ematuria

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Quando si nota la presenza di sangue nelle urine è assolutamente legittimo, se non necessario, avvertire una certa preoccupazione. Il sangue, infatti, è una sostanza che non ha nulla a che fare con la composizione delle urine, di conseguenza la sua presenza è del tutto anomala e deve essere indagata a fondo.

Il sangue nelle urine, condizione nota come ematuria, può derivare da qualsiasi punto del tratto urinario, quindi da reni, ureteri, vescica e uretra. Anche alcune malattie a carico di altre parti del corpo possono comportare la presenza di sangue nelle urine e le cause possono variare in base al sesso del paziente.

L’ematuria può essere distinta in:

  • macroematuria, quando la quantità di sangue nelle urine è ben visibile a occhio nudo, tanto da modificarne il colore;
  • microematuria, quando la quantità di sangue nelle urine è limitata e modesta, quindi non visibile a occhio nudo ma solo tramite esami di laboratorio.

Così come suggerito dagli urologi di Jesolo Medical Care, è importante rivolgersi immediatamente a uno specialista per risalire alla causa scatenante e intervenire con il trattamento terapeutico più adatto.

Quali sono le cause del sangue nelle urine?

Come anticipato, le cause della presenza di sangue nelle urine possono essere diverse e variare in base al sesso del soggetto colpito. In particolare, prevalgono le cause di natura urologica come:

  • cistite;
  • prostatite;
  • infezioni delle vie urinarie;
  • cancro alla prostata;
  • iperplasia prostatica benigna (uomini over 40);
  • malattie renali;
  • calcoli uretrali, renali o vescicali;
  • rottura di cisti;
  • traumi renali o dell’apparato urinario;
  • tumore di Wilms (nei bambini);
  • tumore di uretere, vescica o rene.

Non solo, perché possono essere anche altre le cause di ematuria, quali:

  • farmaci, compresi FANS antinfiammatori, warfarin, acido acetilsalicilico o clopidogrel;
  • disfunzioni della coagulazione o dell’aggregazione piastrinica, congenite o acquisite;
  • attività fisica prolungata o ripetuta;
  • schistosomiasi;
  • malaria;
  • endocardite;
  • ustioni gravi.

In alcuni casi, poi, si potrebbe avere a che fare con una falsa ematuria, conosciuta come pseudoematuria, un vero e proprio falso positivo che può rendere le urine rossastre e trarre in inganno.

Ciò è comune nelle donne in età fertile, per esempio, quando le perdite mestruali possono essere scambiate per ematuria, ma può avvenire anche quando si consumano eccessivamente alcuni cibi come mirtilli, barbabietole e rabarbaro o si assumono alcuni farmaci come la rifampicina che possono colorare l’urina di rosso o, comunque, renderla più scura.

Inoltre, le urine si tingono di rosso anche in caso di mioglobinuria (quando si elimina mioglobina a causa di un danno muscolare) o emoglobinuria (a causa di intensa emolisi).

Quali sono i sintomi del sangue nelle urine?

L’ematuria può essere del tutto asintomatica o, al contrario, accompagnata da disturbi debilitanti, come difficoltà nella minzione e urina di colore diverso dal tipico giallo paglierino.

Sintomi come sensazione impellente di urinare, febbre, pollachiuria, brividi e bruciore sono gli stessi di una tipica infezione urinaria, quindi è bene sottoporsi a un accurato esame colturale per compiere una diagnosi differenziale. Lo stesso vale in presenza di dolore localizzato su un lato dell’addome che si estende fino a schiena, inguine o zona genitale, dato che potrebbe essere il campanello di allarme di calcoli renali o uretrali.

Come si diagnostica il sangue nelle urine?

Si parte da un presupposto: l’urina, prodotta dal rene, arriva nella vescica tramite una serie di piccoli tubicini chiamati ureteri e da qui, attraverso l’uretra, viene espulsa tramite la minzione. Per questo motivo, in passato la diagnosi di ematuria si basava sulla “prova dei tre bicchieri”, ormai caduta in disuso per lasciar posto a tecnologie decisamente più moderne e accurate per ottenere una diagnosi.

É bene ricordare, infatti, che l’ematuria è semplicemente il sintomo di una patologia, non per forza grave, che deve essere diagnosticata; di conseguenza, per poter decretare quale sia la terapia più indicata, bisogna indagare più a fondo e risalire alla causa scatenante.

A tal proposito, le tecniche diagnostiche maggiormente impiegata in Jesolo Medical Care per la diagnosi di ematuria sono:

  • urografia;
  • ecografia vescicale, prostatica e renale;
  • urotac;
  • ureteropieloscopia;
  • uretrocistoscopia;
  • TAC addomino-pelvica.

Di solito, le patologie diagnosticate in presenza di sangue nelle urine sono calcoli, neoplasie o infiammazioni a livello di reni, vescica e/o vie urinarie.

Ma non solo, perché l’ematuria può essere correlata anche anche a cistiti, tubercolosi, assunzione di farmaci anticoagulanti, prostatiti, rene policistico, traumi a carico di rene e/o vie escretrici e adenomi alla prostata.

In attesa dei dovuti accertamenti, poi, è fondamentale compiere una valutazione della sintomatologia: se, per esempio, l‘ematuria è accompagnata da dolori lombari, allora probabilmente vi è la presenza di calcoli renali o uretrali; se, invece, il sangue nelle urine è associato a difficoltà nella minzione potrebbe essere il segnale di una patologia prostatica in corso.

In ogni caso, la presenza di sangue nelle urine non va mai sottovalutata, perché alle sue spalle possono celarsi condizioni molto semplici così come patologie potenzialmente fatali.

Come si cura il sangue nelle urine?

Le cure dell’ematuria dipendono dalla causa scatenante. Ecco perché è molto importante ottenere una diagnosi certa e accurata:

  • se si diagnostica un’infezione, la terapia si basa solitamente su antibiotici a spettro ristretto, in modo da evitare che gli agenti patogeni sviluppino un’antibiotico-resistenza,
  • se si rilevano calcoli renali, è possibile ricorrere a varie tecniche che spaziano dal classico “colpo d’acqua” alla frantumazione tramite laser, onde d’urto o mezzi meccanici mini-invasivi;
  • se si diagnostica ipertrofia prostatica lieve, la terapia è tendenzialmente farmacologica, a base di miorilassanti, antinfiammatori e inibitori dell’enzima 5-alfa reduttasi. Se, invece, l’ipertrofia prostatica è moderata o severa, allora si procede con l’asportazione endoscopica della porzione ingrossata.

Si può guarire dall’ematuria?

Sì, è possibile guarire dall’ematuria, a patto che ci si rivolga immediatamente a un urologo esperto, come i professionisti presenti al Poliambulatorio Jesolo Medical Care, si giunga a una diagnosi corretta e si intervenga sulle cause scatenanti. I tempi di guarigione variano in base all’origine della condizione e alle terapie somministrate.

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