
Controllo dell’udito: come si esegue e quando farlo
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L’udito è uno dei nostri sensi più preziosi, dato che ci permette di comunicare, socializzare e godere pienamente della vita. Tuttavia, la sua importanza viene fin troppo spesso sottovalutata, tanto che si eseguono i primi controlli solo quando si manifestano i primi segni di una difficoltà uditiva.
Compiere un controllo dell’udito regolare, invece, è un passo fondamentale per preservare questa capacità e individuare precocemente eventuali problematiche; non si tratta solo di misurare quanto bene sentiamo, ma di comprendere la salute complessiva dell’orecchio e del sistema uditivo, prevenendo il peggioramento di condizioni esistenti e migliorando significativamente la qualità della vita.
Presso Jesolo Medical Care, è possibile affidarsi in mano a professionisti qualificati e strumentazioni all’avanguardia per monitorare e prenderti cura della tua salute uditiva.
A cosa serve il controllo dell’udito?
Il controllo dell’udito è un esame diagnostico fondamentale che va ben oltre la semplice verifica della capacità di percepire i suoni. La sua funzione principale, infatti, è valutare la funzionalità del sistema uditivo nella sua interezza, dall’orecchio esterno a quello medio, dall’orecchio interno (coclea e nervo acustico) fino alle vie uditive cerebrali. Questo permette di identificare la presenza, il tipo e il grado di un’eventuale perdita uditiva, ma anche di capirne la causa sottostante.
Più nel dettaglio, il controllo dell’udito serve a:
- identificare precocemente cali uditivi, consentendo interventi tempestivi che possono prevenire il peggioramento o facilitare una migliore gestione;
- determinare il tipo di ipoacusia, tra trasmissiva (problemi nell’orecchio esterno o medio, come otiti o tappi di cerume), neurosensoriale (danni all’orecchio interno o al nervo uditivo, spesso legati all’età o all’esposizione al rumore) o mista;
- valutare il grado di ipoacusia, fondamentale per la scelta di eventuali ausili acustici o altre strategie riabilitative;
- monitorare la salute uditiva, soprattutto per chi è esposto a rumori forti per lavoro o hobby, o per chi assume farmaci ototossici;
- distinguere tra problemi uditivi e altri disturbi, dato che sintomi come acufeni (fischi o ronzii nelle orecchie) o vertigini possono essere legati a problemi uditivi;
- supportare la qualità di vita, poiché un udito efficiente è fondamentale per la comunicazione, la partecipazione sociale e l’autonomia. Diagnosticare e trattare una perdita uditiva significa migliorare drasticamente la qualità della vita del paziente, prevenendo isolamento, frustrazione e persino un potenziale declino cognitivo.
Quando richiedere il controllo dell’udito
Non esiste un’età specifica o un’unica condizione per cui è obbligatorio sottoporsi a un controllo dell’udito, ma si propongono diverse situazioni e segnali che dovrebbero spingere a richiederlo per monitorare la propria salute uditiva. In particolare, è consigliato richiedere un controllo dell’udito se si notano:
- difficoltà a capire le conversazioni, specialmente in ambienti rumorosi;.
- aumenti costanti del volume della TV o della radio;
- fischi, ronzii o fruscii nelle orecchie (acufeni);
- che le voci delle persone sono ovattate o percepite come un borbottio;
- difficoltà a sentire al telefono;
- dolore o fastidio all’orecchio.
Ma non solo, perché un controllo dell’udito può essere utile anche a chi ha un’età superiore ai 50 anni, è stato esposto a rumori forti, assume farmaci ototossici, ha una storia familiare di problemi uditivi e/o ha avuto otiti frequenti o traumi cranici.
Questi segnali non vanno mai sottovalutati: un consulto presso Jesolo Medical Care potrebbe fornirti tutte le risposte necessarie per prenderti cura della tua salute uditiva.
Come si esegue?
Il controllo dell’udito è un esame che coinvolge diverse fasi e test, tutti non invasivi e volti a valutare le diverse componenti del sistema uditivo. Generalmente, viene eseguito da un audiologo o da un tecnico audiometrista, sotto la supervisione di un medico specialista (otorinolaringoiatra o audiologo medico).
Il percorso inizia solitamente con un’anamnesi approfondita: lo specialista raccoglie informazioni sulla storia medica del paziente, eventuali sintomi uditivi (difficoltà a sentire, acufeni, vertigini), esposizione a rumori, farmaci assunti e storia familiare di problemi uditivi.
Successivamente, viene eseguito un esame visivo dell’orecchio esterno e del condotto uditivo (otoscopia). Con l’ausilio di un otoscopio, lo specialista ispeziona il condotto uditivo per verificare la presenza di cerume, corpi estranei, infezioni o altre anomalie che potrebbero bloccare il suono o causare problemi all’udito. Controlla anche l’aspetto della membrana timpanica (il timpano), valutandone integrità e colore.
Dopo questa fase preliminare, si passa ai test audiometrici veri e propri. I più comuni sono:
- audiometria tonale (o audiometria liminare): il test fondamentale per determinare la soglia uditiva (il suono più debole che si riesce a sentire) per diverse frequenze. Il paziente indossa delle cuffie e viene invitato a segnalare ogni volta che percepisce un suono, anche se molto debole. I suoni vengono presentati a diverse frequenze (dalle basse alle alte) e intensità e i risultati vengono, poi, riportati su un grafico chiamato audiogramma, che mostra la soglia uditiva per ciascun orecchio e per ogni frequenza;
- audiometria vocale (o audiometria vocale in cuffia): valuta la capacità di comprendere le parole. Il paziente ascolta delle parole o frasi attraverso le cuffie, presentate a diverse intensità e deve ripeterle; i risultati indicano la percentuale di parole comprese a determinate intensità, fornendo un’indicazione della qualità dell’udito funzionale;
- impedenzometria (o timpanometria): misura la mobilità del timpano e la funzionalità dell’orecchio medio. Viene inserita una piccola sonda nell’orecchio che emette un suono e una leggera pressione: le variazioni di pressione e la risposta del timpano forniscono informazioni su eventuali problemi come otiti medie (liquido nell’orecchio), disfunzioni della tuba di Eustachio o perforazioni timpaniche. Spesso include il test del riflesso stapediale, che valuta la contrazione di un piccolo muscolo dell’orecchio medio in risposta a suoni forti.
In alcuni casi, a seconda dei sintomi e dei risultati dei test iniziali, potrebbero essere eseguiti esami più specifici e approfonditi, come i potenziali evocati uditivi (ABR) per valutare l’integrità del nervo acustico e delle vie uditive cerebrali.
Quanto dura?
La durata di un controllo dell’udito può variare a seconda del tipo di esami che vengono eseguiti e della complessità della situazione uditiva del paziente. Tuttavia, in genere, una visita completa che include l’anamnesi iniziale, l’otoscopia e i principali test audiometrici come l’audiometria tonale e l’audiometria vocale, dura tra i 20 e i 40 minuti. Se viene inclusa anche l’impedenzometria, il tempo totale potrebbe estendersi leggermente, ma raramente supera l’ora.
Per i bambini piccoli o per persone con difficoltà a collaborare (ad esempio, disabili o anziani con demenza), l’esame potrebbe richiedere un po’ più di pazienza e tempo, oppure potrebbe essere suddiviso in più sessioni brevi.
Il controllo dell’udito è doloroso?
Assolutamente no, il controllo dell’udito è un esame completamente indolore e non invasivo, anzi: è progettato per essere confortevole e sicuro per persone di tutte le età, dai bambini molto piccoli agli anziani.
L’unica sensazione che si potrebbe avvertire è quella delle cuffie sulle orecchie, simili a quelle che si usano per ascoltare musica, una leggera pressione o una sensazione di “tappo” nell’orecchio durante l’impedenzometria, ma si tratta di sensazioni innocue e non dolorose.
Anche l’otoscopia, che prevede l’ispezione del condotto uditivo con un piccolo strumento (otoscopio), è indolore. L’unica eccezione potrebbe essere se il condotto uditivo è già infiammato, molto sensibile o se c’è un tappo di cerume molto duro e impattato che potrebbe creare un leggero fastidio al contatto ma, in questi casi, lo specialista agisce con estrema delicatezza.
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