lesioni del menisco

Lesioni del menisco: cause, sintomi e cure

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Il ginocchio è l’articolazione maggiormente utilizzata, il che comporta una più alta predisposizione a incidenti e conseguenti lesioni. Nello specifico, le più frequenti sono le lesioni meniscali: a carico dei menischi, cioè dei due cuscinetti fibrocartilaginei posizionati nella parte interna e laterale del ginocchio comportandosi da veri e propri ammortizzatori, possono colpire soggetti di qualunque età a seguito di diversi fattori.

Si può avere a che fare, infatti, con lesioni di origine traumatica causate, appunto, da un trauma o una distorsione, oppure con lesioni di origine degenerativa (o da usura), così come con lesioni legate a malformazioni congenite.

In ogni caso, in base ai sintomi e al livello del dolore accusato, è sempre consigliato rivolgersi al proprio medico in modo da effettuare i dovuti accertamenti per risalire alla causa scatenante e concordare la terapia più adeguata.

Tipologie di lesioni meniscali

A prescindere dalla causa, il menisco del ginocchio può rompersi in modi diversi. Più precisamente, le lesioni che possono colpirlo vengono distinte in base al loro aspetto e alla zona specifica di interesse:

  • lesioni longitudinali;
  • lesioni orizzontali;
  • lesioni a “manico di secchio”;
  • lesioni radiali;
  • lesioni a “becco di pappagallo”;
  • lesioni tipo flap;
  • lesioni complesse.

Tutte le tipologie di lesione al menisco del ginocchio devono essere trattate tempestivamente dato che, se trascurate, possono degenerare e rendere necessario un intervento più invasivo.

Principali cause delle lesione del menisco

Come accennato inizialmente, all’origine di una lesione del menisco possono esserci cause differenti:

  • un processo degenerativo derivante dall’usura;
  • traumi, soprattutto in soggetti sportivi;
  • malformazioni congenite, quindi presenti fin dalla nascita.

Le lesioni da traumi colpiscono maggiormente i pazienti con un’età compresa tra i 15 e i 35 anni e possono coinvolgere anche altre parti del ginocchio, come i legamenti. Di solito si tratta di traumi indiretti, provocati da bruschi cambi di direzione che costringono l’articolazione a compiere movimenti di trazione e/o rotazione anomali.

Le lesioni degenerative, invece, interessano principalmente i pazienti con un’età superiore ai 40 anni e che, nel corso della vita, hanno praticato sport amatoriali o svolto lavori talmente usuranti da sottoporre le ginocchia a stress prolungati e continuativi. Inoltre, più si invecchia e maggiore è il rischio di subire micro-traumi anche a seguito di una semplice caduta.

Come riconoscere una lesione meniscale attraverso i sintomi

É possibile riconoscere una lesione del menisco e distinguerla da un trauma più blando? La risposta è sì, basta solo prestare attenzione alla sintomatologia. In primis, la rottura di un menisco è solitamente segnalata da un rumore netto che, nonostante possa apparire come doloroso e invalidante, in realtà non implica conseguenze immediate; molti atleti continuano a giocare, molte persone riescono comunque a camminare.

Dopo qualche giorno, però, il ginocchio comincerà a gonfiarsi, irrigidirsi e indolenzirsi. I sintomi evidenti più comuni, infatti, sono:

  • dolore;
  • rigidità;
  • gonfiore;
  • impossibilità di muovere il ginocchio;
  • in alcuni casi, blocco totale del ginocchio.

I soggetti affetti da artrite o artrosi, prima di allarmarsi, di fronte a uno dei sintomi elencati possono consultare il proprio Reumatologo per escludere o confermare la presenza o meno di una lesione.

Come diagnosticare una lesione del menisco

Per effettuare una diagnosi approfondita e corretta, l’ortopedico esaminerà l’articolazione ed eseguirà una serie di test clinici specifici per valutare lo stato di salute dei menischi. Solitamente si utilizzano:

  • test di Appley;
  • test di McMurray;
  • palpazione della rima articolare.

Questi test principali possono essere associati a esami diagnostici quali:

  • esame radiografico del ginocchio;
  • risonanza magnetica.

Dai risultati ottenuti è possibile individuare eventuali lesioni a carico del menisco, dei legamenti e/o della cartilagine e intervenire in modo mirato ed efficace.

Cure e trattamenti delle lesioni meniscali

Mentre in passato una lesione al menisco veniva immediatamente trattata con un intervento chirurgico, oggi le cose sono cambiate: è possibile, infatti, convivere con la lesione, lasciando l’operazione come ultima spiaggia. L’asportazione, parziale o totale, del menisco infatti potrebbe scatenare una serie di conseguenze importanti, come l’insorgere di artrosi o condropatie che, negli anni, andrebbero solo a peggiorare.

L’approccio alle lesioni meniscali, attualmente, si basa su due fattori molto importanti:

  • la tipologia di lesione;
  • la zona che la lesione coinvolge.

Il menisco, infatti, è in parte vascolarizzato e, quindi, raggiunto dal sangue; di conseguenza, prima di intervenire, è necessario capire se la lesione interessi la parte vascolarizzata o meno: se sì potrebbe guarire anche spontaneamente, altrimenti sarà necessario valutare un intervento chirurgico di asportazione parziale.

Artroscopia e meniscectomia

Nel caso in cui l’ortopedico decidesse di procedere con l’operazione chirurgica, l’artroscopia si rivela la tecnica migliore: consiste nel praticare due piccoli fori sulla pelle, in modo che il chirurgo possa arrivare all’articolazione con una sonda elettrica con la quale valutare la gravità della lezione e decidere se proseguire o meno con una meniscectomia.

Quest’ultima, dal canto suo, consiste nella rimozione di una parte del menisco, cioè solo quella interessata dalla lesione, in modo da preservare la parte sana rimanente.

Sutura meniscale

Di fronte a una lesione localizzata in un’area vascolarizzata, invece, si può scegliere la sutura meniscale: si tratta di una tecnica che punta alla riparazione del menisco, e non alla sua asportazione. Possono essere utilizzati strumenti diversi, come gli aghi da spinale, che permettono di “cucire” il menisco dentro e fuori per facilitarne la guarigione.

A seguito di una sutura meniscale, poi, il paziente dovrà fare attenzione alle sue abitudini quotidiane per non vanificare il trattamento e guarire più velocemente ed efficacemente:

  • stare a riposo il più possibile, almeno 60-70 giorni;
  • utilizzare le stampelle per spostarsi;
  • evitare di piegare il ginocchio oltre i 90°;
  • evitare torsioni e rotazioni;
  • evitare tutti gli sport che potrebbero comportare cambi bruschi di direzione (calcio, basket, tennis e pallavolo).

Si consigliano, invece, stretching, allungamento ed esercizi in estensione. Per scegliere ed eseguire quelli più adatti, il parere e la supervisione di un fisiatra esperto potrebbero sicuramente essere utili.

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